
La pensione minima rappresenta un tema di grande interesse per molti lavoratori italiani che, nel corso della loro carriera, non sono riusciti a maturare contributi elevati. Con lâavvicinarsi del 2025, cresce lâattenzione verso le modalitĂ di accesso a questa prestazione, soprattutto per chi ha versato solo 15 anni di contributi. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio come ottenere la pensione minima nel 2025, quali sono i requisiti necessari, le procedure da seguire e le possibili strategie per massimizzare il proprio diritto, con particolare riferimento agli scenari normativi attuali e alle prospettive future.
Pensione minima: cosâè e a chi spetta
La pensione minima è un importo stabilito annualmente dallo Stato italiano per garantire un livello base di sostentamento a chi, pur avendo maturato il diritto alla pensione, percepirebbe un assegno inferiore a una soglia ritenuta dignitosa. Nel 2025, questa soglia sarĂ aggiornata in base allâinflazione e alle decisioni di governo, ma si prevede che si manterrĂ attorno ai 600 euro mensili. La pensione minima spetta a chi ha maturato il diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata, ma riceverebbe un importo inferiore a quello stabilito come minimo.
Non tutti, però, possono accedere automaticamente allâintegrazione al minimo: il diritto dipende da una serie di requisiti, tra cui la cittadinanza italiana o di uno Stato membro dellâUnione Europea, la residenza in Italia, il reddito personale e familiare, e naturalmente il possesso dei requisiti contributivi e anagrafici previsti dalla legge.
Per quanto riguarda i contributi, la regola generale prevede almeno 20 anni di versamenti per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria. Tuttavia, esistono deroghe specifiche che consentono di ottenere la pensione anche con soli 15 anni di contributi, a condizione di rispettare alcuni requisiti particolari, che approfondiremo nei prossimi paragrafi.
Come ottenere la pensione minima con 15 anni di contributi
Il sistema previdenziale italiano prevede alcune deroghe che permettono di andare in pensione con 15 anni di contributi, nonostante la soglia ordinaria sia fissata a 20 anni. Le principali sono la deroga Amato, la deroga Dini e la possibilitĂ di accedere alla pensione con il sistema contributivo puro. Queste deroghe sono state introdotte per tutelare i lavoratori che, per ragioni diverse, non hanno potuto accumulare una lunga anzianitĂ contributiva.
La deroga Amato consente di andare in pensione con 15 anni di contributi se almeno uno dei seguenti requisiti è soddisfatto: lâanzianitĂ contributiva deve essere maturata entro il 31 dicembre 1992, il lavoratore deve essere stato autorizzato al versamento dei contributi volontari prima del 31 dicembre 1992, oppure deve essere stato esonerato dal versamento dei contributi per motivi previsti dalla legge. La deroga Dini, invece, si applica a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e prevede la pensione di vecchiaia con almeno 5 anni di contributi, purchĂŠ lâimporto maturato sia superiore a 1,5 volte lâassegno sociale.
Chi rientra in una di queste deroghe può chiedere la pensione di vecchiaia al compimento dellâetĂ prevista (67 anni nel 2025), anche con soli 15 anni di contributi. Lâimporto sarĂ calcolato in base ai contributi effettivamente versati e, se inferiore alla soglia minima, sarĂ integrato fino allâimporto stabilito dalla legge, purchĂŠ si rispettino i limiti reddituali previsti.
Requisiti anagrafici, contributivi e reddituali
Per ottenere la pensione minima con 15 anni di contributi nel 2025, occorre soddisfare diversi requisiti. In primo luogo, il requisito anagrafico: lâetĂ minima per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni, salvo eventuali aggiornamenti legati allâaspettativa di vita. In secondo luogo, il requisito contributivo: come illustrato, occorre aver maturato almeno 15 anni di contributi e rientrare nelle deroghe previste dalla normativa.
Altro elemento fondamentale è il requisito reddituale. Lâintegrazione al minimo spetta solo se il reddito personale e familiare non supera determinati limiti stabiliti annualmente. Per il 2025, si prevede che il limite di reddito personale sarĂ di circa 8.500 euro annui, mentre quello familiare sarĂ di circa 14.000 euro, ma tali valori saranno aggiornati con la legge di Bilancio. Se il pensionato supera questi limiti, lâintegrazione al minimo viene ridotta o esclusa.
Ă importante sottolineare che, ai fini del calcolo del reddito, vengono considerati tutti i redditi percepiti, inclusi quelli derivanti da lavoro, immobili, investimenti e altre pensioni. Solo alcuni redditi, come lâindennitĂ di accompagnamento, sono esclusi dal computo. La verifica dei requisiti reddituali avviene annualmente, quindi lâimporto della pensione minima può variare nel tempo in base alla situazione personale del pensionato.
Come presentare la domanda e strategie per il futuro
Per ottenere la pensione minima con 15 anni di contributi, è necessario presentare domanda allâINPS tramite i canali ufficiali: online attraverso il sito istituzionale, tramite patronati, CAF o direttamente agli sportelli INPS. Ă fondamentale allegare tutta la documentazione richiesta, inclusi i certificati contributivi, la dichiarazione dei redditi e ogni altro documento utile a dimostrare il possesso dei requisiti.
Una volta presentata la domanda, lâINPS procederĂ alla verifica dei requisiti e, in caso di esito positivo, erogherĂ la pensione con lâeventuale integrazione al minimo. Il processo può richiedere alcuni mesi, quindi è consigliabile presentare la domanda con largo anticipo rispetto alla data prevista di pensionamento.
Guardando al futuro, è importante valutare strategie per incrementare lâimporto della pensione, anche in presenza di una carriera lavorativa frammentata. Tra queste, il riscatto dei periodi di studio universitario, i versamenti volontari e la ricongiunzione dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali. Inoltre, monitorare costantemente la propria posizione contributiva tramite il servizio online INPS âEstratto conto contributivoâ permette di individuare eventuali lacune e intervenire tempestivamente per correggerle. In un contesto normativo in continua evoluzione, informarsi e pianificare con attenzione il proprio percorso previdenziale è la chiave per garantirsi una vecchiaia serena e sicura anche con soli 15 anni di contributi.